lunedì 14 maggio 2012

NO TEM: Riparte la battaglia legale contro l’autostrada, il fronte si allarga

Ambientalisti, comitati e coltivatori di nuovo in trincea sul fronte legale contro un'opera devastante e costosa. L'autofinanziamento è cominciato sabato 12 maggio con una jam session al Presidio permanente Martesana.

 

Torna ad aprirsi, sul versante legale, il fronte eretto per contrastare l'avanzata di opere inutili e dannose nella campagna milanese: è il caso della TEEM, Tangenziale Est Esterna di Milano, 34 km di autostrada a sei corsie tra il casello di Melegnano della A1 e quello di Agrate della A4, a cui si sommano opere accessorie e innesti per uno sviluppo di 70 km di opere di grande viabilità ai danni del Parco Agricolo Sud Milano. Il CIPE (comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) a marzo, dopo un iter lunghissimo aveva pubblicato la delibera che approva il progetto definitivo dell'opera, quindi in teoria potrebbero già partire i cantieri più volte annunciati. Ma quello che manca è la copertura finanziaria. La TEEM ha infatti un costo mostruoso e sproporzionato, oltre 2 miliardi di euro comprensivi di oneri, ma il finanziamento disponibile da parte dei soci ne copre a malapena il 5%. Ai miliardi mancanti dovrebbero provvedere le banche, presenti della compagine azionaria della società, a partire dal gruppo Intesa Sanpaolo.

“Ci permettiamo di essere estremamente scettici sulla possibilità di finanziare un investimento che presenta un bilancio costi/benefici sfavorevole come la TEEM, per di più in un momento drammatico di crisi economica finanziaria - dichiarano Damiano Di Simine, presidente di Legambiente e Marco Balconi del DES Brianza, promotori delle azioni legali -, per questo la nostra azione contro l'autostrada è ispirata da motivi filantropici, prima che di tutela ambientale. Vogliamo che le banche non disperdano risorse in opere superflue, mentre centinaia di imprese falliscono per mancanza di liquidità: i soldi delle banche devono servire a dare ossigeno alle imprese e i soldi pubblici a finanziare infrastrutture che dimostrino di essere davvero utili, come il potenziamento del trasporto pubblico”.

L'azione contro l'autostrada si concretizza in una gragnuola di ricorsi, presentati da diversi comuni devastati dal tracciato autostradale ma anche dalle associazioni, da agricoltori e dai comitati che confluiscono nel coordinamento NO TEM. A unire le forze sono stati in particolare la proprietà dei terreni su cui opera il progetto “Spiga e Madia” del Distretto di Economia Solidale della Brianza (vi si coltiva il frumento biologico destinato alla produzione di pane per una rete di oltre 600 famiglie aderenti ai Gruppi di Acquisto Solidale di Brianza e Martesana), che non vogliono che i loro campi siano dati in pasto all'asfalto TEM e Legambiente Lombardia, che da un decennio si batte insieme alle associazioni del territorio per denunciare l'assurda opera stradale.  Questi soggetti si sono rivolti agli avvocati Todarello, Novelli e Concordati, dello Studio Todarello & Partners, per esaminare la delibera CIPE di approvazione del progetto definitivo riscontrandovi diversi e gravi vizi. In particolare, a essere contestata è la violazione dell'accordo di programma con cui i sindaci nel 2007 avevano accettato la realizzazione di TEM a fronte di interventi sul trasporto pubblico, mai realizzati e nemmeno progettati, come la M3 a Paullo e la M2 a Vimercate. Oltre a ciò, sussiste un gravissimo ritardo nei tempi di approvazione, legato soprattutto alla inefficacia del piano finanziario, che ha fatto sì che il progetto venisse approvato dopo la scadenza del vincolo quinquennale preordinato all'esproprio, rendendo di fatto nulli i provvedimenti espropriativi. Infine la procedura di approvazione ha eluso le necessarie risposte a molte osservazioni presentate al progetto: e così manca un adeguato studio aggiornato dei flussi di traffico, insufficienti sono le opere compensative degli impatti ambientali e acustici, permangono nodi di traffico vistosamente irrisolti, a partire dagli svincoli di Agrate.

“Speriamo che questa volta il tribunale regionale voglia seriamente considerare le nostre ragioni: siamo in presenza di un'opera che devasta alcuni degli ultimi campi agricoli di una delle zone più urbanizzate d’Italia, e che rischia di innescare una nuova spirale di cemento, assolutamente incompatibile con la reale necessità di infrastrutture che ottimizzino la viabilità esistente e che migliorino la vita dei pendolari. La TEM con il suo sperpero di miliardi è un insulto alla difficile fase di austerità in cui stiamo vivendo, e deve essere bloccata”.

L'azione legale non sarà solo una trafila giudiziaria, ma una vera e propria campagna anti-TEM, necessaria anche per affrontare attraverso una sottoscrizione popolare i costi del procedimento. Si comincia sabato 12 maggio, con una grande grigliata e concerto rap militante al Presidio permanente Martesana di Cascina Bragosa a Pessano con Bornago, sulla SP 216.

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